COME IL CO-LIVING STA CAMBIANDO IL MONDO DI HOTEL E OSTELLI: i poshtels

Montag, 5. August 2019

Gli ostelli sono tradizionalmente destinati a backpackers felici di condividere camere con estranei, percorrere i corridoi per fare la doccia e cucinare i propri pasti nelle cucine comuni in cambio di alloggi convenienti. Oggi però gli ostelli stanno prendendo sempre più in prestito idee e tendenze dal mondo degli hotel: bartender, coffee station, cocktail serviti fino a tarda notte, materassi di alta qualità, TV a grande schermo e connessione wi-fi gratuita.

Questi ostelli cercano di catturare una fetta del mercato giovanile, in particolare gruppi di amici che viaggiano insieme, che vogliono tenere d'occhio il loro budget ma non sono pronti a sacrificare il comfort o rinunciare a determinati servizi. Giovane, dinamico, creativo e d’atmosfera, il concetto di ostello si sta evolvendo. E nascono i poshtels.

Alcune grandi catene alberghiere hanno già messo gli occhi sulla categoria. Hilton ha lanciato Motto by Hilton, che offrirà qualcosa che si avvicina all'esperienza dell'ostello, ma con un mood più sofisticato. Le camere avranno letti a soppalco e bagni privati. Gli ospiti che condividono una camera possono dividere il costo durante il processo di prenotazione.

Originariamente gli ostelli erano concepiti come dormitori con file di letti a castello per ospitare almeno una dozzina di giovani viaggiatori. Successivamente, sono state introdotte varie formule, ma mantenendo il formato del letto a castello, con un bagno nel corridoio e camere dall’arredamento essenziale. Di solito c'è una sala comune all'ingresso per rilassarsi e socializzare con altri backpackers e opzioni limitate di cibo e bevande in loco.

Il recente focus sul nuovo concetto di ostello è anche una risposta alla potenza di Airbnb e di altre formule extra-alberghiere, che attraggono gruppi di amici che viaggiano insieme. Non è però detto che il target debba essere necessariamente limitato a giovani viaggiatori e studenti.

Per differenziarsi dagli ostelli di un tempo, i poshtels hanno bisogno di un aggiornamento rispetto ai servizi che i viaggiatori si aspettano: wi-fi gratuito, cibo e bevande di qualità e caratteristiche guidate dal design. Devono inoltre fornire diverse opzioni di alloggio per gli ospiti.

Il termine “Poshtels” deriva infatti dalla fusione tra “posh” (“elegante”) e “hotels”, e indica gli ostelli in stile boutique hotel, con un alto contenuto hi-tech e una forte attenzione all’estetica.

All’interno dei cosiddetti Poshtels ci sono locali che diventano punti di ritrovo anche per i cittadini che, qui, possono entrare in contatto con persone provenienti da tutto il mondo. Sono quasi sempre posizionati nei centri delle città, offrono anche stanze singole e doppie, housekeeping quotidiano, possibilità di organizzare visite guidate, eventi, noleggio biciclette e tanti servizi tipici dell’hotel. 

Alcuni esempi europei? A Copenaghen, l’ostello Copenaghen Downtown mette a disposizione una zona lounge con biliardi e freccette, happy hour tutte le sere, tablet e free wi-fi.

Ad Atene c’è l’AthenStyle dalla cui terrazza si gode la miglior vista sul Partenone di tutta la città, e tutti hanno la possibilità di partecipare a tour guidati alla scoperta dell’arte, della musica e della cultura del luogo.

Si tratta dunque di una nuova formula ibrida– vedi news precedente dedicata al caso di The Student Hotel - che sta impattando il vecchio modo di concepire gli ostelli e, allo stesso tempo, incontra le esigenze di viaggiatori alla ricerca di una nuova formula di ospitalità.