Tra i trend del mercato turistico-alberghiero - emersi durante Hospitality 2020 - la “vacanza a 4 zampe”. Secondo una ricerca di Booking.com, nel corso dell’anno il 42% dei vacanzieri in possesso di animali da compagnia, sceglierà la meta per le vacanze in base alla possibilità di portare con sé il proprio cane o gatto. Il 49 %, inoltre, sarebbe disponibile a spendere di più per soggiornare in una struttura pet friendly. I consumatori sono quindi consapevoli che la vacanza con l’amico a quattro zampe sia più onerosa, essendo disposti ad investire nel benessere dei propri animali anche lontano da casa.
Nel recente passato la ricerca di strutture adeguate ad accogliere animali durante il soggiorno risultava difficoltosa, e spesso una volta trovata una struttura “pet friendly” il consumatore riscontrava un servizio non adeguato alle esigenze di viaggiatori e famiglie con animali al seguito. La soluzione privilegiata era quindi quella di lasciare il proprio amico a quattro zampe in una pensione per animali o alle cure di amici e parenti; alcuni rinunciavano addirittura alla partenza per non abbandonare a casa il cucciolo.
L’offerta di strutture e servizi è molto cambiata, anche grazie alla tendenza degli ultimi anni di armonizzare i rapporti tra tutti i membri delle famiglie e i loro animali, anche negli spazi pubblici.
Il settore dell’ospitalità si sta adeguando sempre più all’inclusione degli animali all’interno delle strutture ricettive, siano esse in montagna, in città o al mare, avendo sempre più chiara la necessità di soddisfare il cliente a quattro zampe per fidelizzare il cliente viaggiatore.
La domanda è interessante se si considera che in Italia il 40% delle famiglie ha un cane, un gatto o un altro piccolo animale domestico e il 50% di questi va in vacanza con il proprio padrone. Secondo Assalco, l’Associazione Nazionale Imprese per l’Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia, si stima che nelle case degli italiani ci siano 7 milioni di cani e 7,3 milioni di gatti, con una spesa annuale per i propri animali domestici intorno ai 2 miliardi di euro.
Un fenomeno rilevante, ad alto potenziale di sviluppo sia per gli albergatori che per l’indotto. Come gestirlo?
Pet Tourism: tra passione e business
Un hotel o struttura ricettiva che comunichi di essere “pet friendly” e che si posizioni come tale, non può solo consentire l’accesso agli animali ma deve anche modulare la propria offerta di servizi che accolga gli animali quasi al pari dei padroni, prevedendo spazi e cibo ad hoc e attività ricreative inclusive.
Che cosa deve garantire un hotel pet friendly?
I servizi che la vostra struttura deve essere in grado di garantire sono sempre più articolati: dagli spazi all’aperto a vere e proprie aree riservate dove l’animale potrà svagarsi tra passeggiate e giochi, all’assistenza veterinaria h24, alla presenza di cucce, anche per animali di grossa taglia, a cibi e pappe speciali.
Spazio alla creatività di ogni albergatore per interpretare in differenti modi la Pet Hospitality, differenziarsi è sempre utile a battere la concorrenza!
Qualche idea?
Procuratevi, ideate o predisponete un kit di benvenuto che faccia sentire i vostri ospiti pelosi e i loro padroni come a casa, ingaggiate un dog sitter per quando i vostri clienti vorranno assentarsi per qualche ora; mettetevi nei panni dei vostri ospiti non solo umani.
Volete posizionarvi in un segmento di mercato alto? Esistono servizi e confort extralusso anche per il mondo canino e felino, per esempio: toelettatura e spa per animali.
Ideare e offrire servizi a misura di animali domestici potrebbe essere la mossa vincente per la soddisfazione della vostra clientela, per la reputazione della vostra struttura, sia online che offline e, naturalmente, per il vostro fatturato.
Continuate a seguire ogni lunedì i nostri #HTrends per scoprire altre tendenze dell’ospitalità e della ristorazione.
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