I consumi del fuori casa. La birra guida il mercato con vino e spirits

Cosa si consuma maggiormente ai tavoli di bar, locali e ristoranti? Una serata tra amici, un pranzo di lavoro, una pausa pomeridiana al caffè dell’hotel: in Italia il fuori casa premia ancora, tra le bevande alcoliche, la birra che rimane saldamente in testa alle preferenze e rappresenta il 71% dei consumi a volumi (dati Circana 2023). Viene consumata per il 38% in pub, enoteche e locali notturni, seguiti dalle pizzerie (20,1%) e dai ristoranti a base di carne (17,4%), per un volume complessivo venduto di 18.890.973 ettolitri. 

Birra: artigianale, brand o analcolica, l’importante è che sia fresca

Il mercato dei prodotti brassicoli nel 2023 ha visto una crescita a doppia cifra per la birra artigianale, che oggi rappresenta il 21% degli acquisti, seguita dalla birra analcolica che ha raggiunto il 5% nel fuori casa. I consumi di birra artigianale aumentano soprattutto nelle pizzerie con servizio, perché l’ospite ricerca sempre più l’esperienza e la “premiumness”, cioè il valore che i clienti riconoscono a quel determinato prodotto e per il quale sono disposti a pagare un prezzo maggiore. La tendenza dei consumatori a limitare la propria presenza fuori casa, registrata negli ultimi due anni probabilmente in relazione anche all’aumento dei prezzi e dell’inflazione, è in parte compensata dal fatto che si concedano un livello più alto di esperienza (e quindi di spesa per singola occasione). 

La birra artigianale è un fenomeno in crescita già da diversi anni, anche grazie alla nascita di molti microbirrifici che hanno ampliato l’offerta e accresciuto l’interesse e la consapevolezza nel consumatore, confermandola un prodotto su cui puntare per alzare l’asticella dell’esperienza nel fuori casa e far crescere il business. Rappresenta, inoltre, il motivo per cui i brand della birra industriale hanno scelto di ampliare la propria offerta creando delle referenze sempre più legate al territorio e alle tradizioni. 

Vuoi aumentare i clienti? Ad ogni target la sua birra

La birra artigianale piace soprattutto ai giovani: il target ideale e tra i 25 – 34 anni, cresciuto nel fuori casa anche con l’esplodere dei microbirrifici. È importante che la ristorazione tenga conto di questo fenomeno e lo sfrutti per rinnovarsi e favorire un ricambio generazionale. Il 61% delle visite fuoricasa è infatti composto da consumatori con più di 35 anni; considerando solo le visite con birra, questo dato sale al 71%. Ma determinati tipi di birra attraggono diversi tipi di consumatore e i dati confermano che tra il pubblico di quella artigianale vi sono i millennials così introdurre questo genere di esperienza potrebbe essere uno strumento per invogliare, quindi, un target più ampio. E la generazione Z? Mostra un  interesse sempre maggiore per la birra analcolica. 

Consumo responsabile, dal low allo zero alcohol 

L’indagine di CGA By NIQ (maggio 2024), che ha analizzato in particolare le preferenze di consumo di birra nel 2024, mette in luce un dato importante per tutto il comparto beverage: il 64% dei consumatori italiani intende disciplinare il proprio consumo di alcol nei prossimi 12 mesi. Infatti, il 42% degli intervistati sceglie birre con gradazione alcolica media mentre il 23% leggera, solo il 10% preferisce una alta gradazione. Alla base dell’attenzione ad un utilizzo responsabile di bevande alcoliche, c’è una più alta consapevolezza del benessere psicofisico. Questo deve tradursi, per produttori, distributori e imprenditori dell’HoReCa, in azioni per adattarsi alle tendenze dei consumatori e mantenere la loro quota di mercato fornendo proattivamente opzioni che incontrano la propensione alla moderazione, come prodotti senza o a basso contenuto alcolico.

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