Il nostro viaggio tra ospitalità e territorio fa tappa ad est, in Friuli Venezia Giulia, terra di mare, montagna e terre di mezzo. Ne abbiamo parlato con Paola Schneider, presidente di Federalberghi FVG. Guarda qui la sua intervista https://youtu.be/jL0duHcgHQQ
L’Associazione rappresenta gli albergatori della regione Friuli Venezia Giulia sia a livello istituzionale che per le attività di promozione; inoltre offre il proprio supporto agli associati per la formazione e a livello normativo, assistendoli per esempio nell’accesso ai contributi per ristrutturazione, efficientamento o ammodernamento delle strutture attraverso i fondi messi a disposizione dal PNRR.
Tra gli impegni di Federalberghi FVG anche il percorso di avvicinamento alla sostenibilità. “La tempesta Vaia ha fatto emergere la fragilità del nostro territorio e l’importanza di essere tutti parte attiva nella salvaguardia dell’ambiente e dei nostri boschi. Per questo con ConfCommercio abbiamo organizzato corsi e momenti formativi per albergatori e operatori del settore Ho.Re.Ca. - spiega Paola Schneider. - È fondamentale che siano coinvolti nella riduzione del proprio impatto ambientale attraverso l’abbattimento delle emissioni, il risparmio d’acqua e l’utilizzo di prodotti a chilometro zero. Tematiche molto sentite anche dai turisti che si dimostrano molto attenti al rispetto dell’ambiente”.
Slow tourism dal mare alla montagna passando per le eccellenze delle terre di mezzo
Nelle nostre interviste per la rubrica “Hospitality on the road” abbiamo trovato un denominatore comune a tutte le realtà: l’importanza del territorio. Per questo Hospitality punta ad ampliare gli spazi dedicati ad enoturismo con Winescape e al turismo all’aria aperta, due modi di viaggiare che permettono di vivere le realtà locali e sperimentarle. Anche per il Friuli Venezia Giulia, il punto di forza viene identificato nella sua conformazione territoriale.
“Montagna e mare raggiungibili nell’arco di due ore in auto, passando dalle terre di mezzo: è questa una delle caratteristiche che i turisti preferiscono della nostra Regione - sottolinea Paola Schneider. - A livello di attività ci siamo concentrati su tre filoni che focalizzano iniziative e promozioni su ciascuna di queste aree, investendo sullo slow tourism che già l’anno scorso ha avuto un ottimo ritorno.”
Se la montagna gode di particolare interesse perché consente spazi ampi e distanziamento, abitudine ormai consolidata dopo l’emergenza pandemica, anche il mare sta vivendo una nuova primavera con il ritorno di prenotazioni soprattutto dall’estero. Ma il turismo lento si concentra soprattutto nella pianura e nella collina grazie alla presenza di Cantine ed aziende Agricole molto conosciute e ad alcuni paesi in cui respirare storia e cultura.
Importanti inoltre i capoluoghi di Regione: Trieste con il suo retaggio asburgico e l’imprescindibile rapporto con il mare; Udine più piccola ma ricca di iniziative gastronomiche e culturali; Gorizia che si sta preparando ad essere Capitale europea della cultura 2025 con Nova Gorica (Slovenia) in un abbraccio oltre i confini che sigla molti degli eventi del territorio come Mittelfest. Infine Pordenone, una provincia con piccoli borghi caratteristici ed inserita da Village 4 All tra le città per turismo accessibile.
Lo slow tourism, racconta Schneider, permette di scoprire il territorio, programmando visite a vigneti e cantine o provando l’enogastronomia locale, ma anche di camminare - tra i più battuti ci sono i percorsi religiosi - e di sperimentare le ciclovie che percorrono tutta la regione.
L’albergatore, opportunità per i giovani ma serve passione
Alla domanda su quali consigli darebbe a chi si sta affacciando a questa professione, Paola Scheider risponde convinta: “L’albergatore è il mestiere più bello del mondo, ma è anche molto difficile perché sei il punto di riferimento sia per il cliente che per il personale. Devi essere in grado di bilanciare la gestione della struttura con la soddisfazione dell’ospite. E per fare questo, la formazione è fondamentale”.
In un settore in cui sarebbe necessario e auspicabile anche un ricambio generazionale, “vorrei dire ai tanti giovani che già lavorano nell’ospitalità, che cercando la giusta struttura magari in un luogo che piace, con la giusta formazione e tanta motivazione, la professione di albergatore può diventare un progetto di vita che, oltre a garantire un reddito, restituisce immense soddisfazioni. Ma bisogna metterci passione” conclude Paola Schneider.
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