Diversità, zone rurali e forti legami culturali sono gli elementi principali sui quali si basa l’attrattività dell’enoturismo che, come l’intera industria dell’ospitalità e del turismo, sta subendo gravi perdite a causa della pandemia. Abbiamo partecipato al webinar “Innovating in wine tourism in the context of COVID-19", organizzato da UNWTO l’organizzazione mondiale del turismo, in collaborazione con OIV, International Organisation of Vine and Wine.
Il turismo, considerato da sempre resiliente, sta già lavorando a livello mondiale per tornare più forte di prima, puntando in particolare sulla sostenibilità e su modalità di viaggio locali, che sono anche i principali asset dell’enoturismo. Tra le necessità evidenziate da tutti i professionisti a livello internazionale, l’approccio creativo e la tecnologia come facilitatore.
Tra i relatori del webinar, Roberta Garibaldi, dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, ha fornito una presentazione dettagliata della situazione in Italia e in Spagna e alcune informazioni su Francia, Portogallo, Messico, Cile, Brasile, Argentina e Sud Africa. I risultati mostrano un netto cambiamento delle attività proposte dalle aziende, nuove strategie di marketing e conseguenze finanziarie. In particolare, la professoressa Garibaldi ha posto l’accento sulla diversificazione delle esperienze, insistendo sulla cultura locale, due strumenti ad altissimo potenziale per la ricostruzione di una filiera enoturistica più sostenibile e inclusiva.
Dopo il lockdown sono state registrate preferenze per le piccole attività locali piuttosto che per le grandi infrastrutture, per le campagne invece della città e, più in generale, una impennata dell’outdoor. Si tratta di trend positivi per l’enoturismo che riesce per sua natura a soddisfare più facilmente di altri i requisiti imposti dalla crisi sanitaria. Il limite di poter contare solo sui turisti nazionali è il calo drastico del numero di visitatori in alcuni periodi dell’anno, in particolare dopo l’estate. Per questo i viticoltori e le aziende del settore devono studiare nuovi format, grazie al digitale e alle tecnologie immersive, per proporre ai clienti pacchetti speciali durante tutto l’anno.
Il “nuovo” concetto di ospitalità supera la presenza fisica, coinvolgendo i clienti anche virtualmente in esperienze di evasione dalla loro routine e dai loro luoghi abituali. Le strutture ricettive devono essere in grado di raccogliere e analizzare i dati e le preferenze dei visitatori effettivi e potenziali (anche online) in modo da pianificare comunicazioni e offerte mirate. Conoscere i consumatori, in particolare ora che il turismo locale ha un ruolo così rilevante, serve anche per costruire sinergie efficaci con altre industry affini e trasversali al settore Ho.Re.Ca.. In tale contesto, un modello di collaborazione pubblico-privato potrebbe essere vincente per lo sviluppo di forme di turismo a supporto dell’economia delle comunità locali. L’enoturismo può di sicuro generare nuove opportunità di promozione e valorizzazione di territori, prodotti agroalimentari e ospitalità.
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