Il Food ai tempi del Covid-19. Dal digitale nuovi abitudini dei consumatori e opportunità per sostenere la ristorazione locale

Lunedì 18 maggio 2020

La lunga fase di lockdown dovuta all’emergenza Covid-19 sta inevitabilmente influendo sulle abitudini di consumo, anche e soprattutto in ambito food. I consumatori hanno più tempo per preparare e consumare i pasti e si dichiarano più consapevoli della qualità degli alimenti scelti. È quanto emerge dal sondaggio Doxa che, in esclusiva per Food, ha analizzato come è cambiata la quotidianità degli italiani a tavola. 

La nuova routine privilegia ancora di più lo slow food e, se da un lato è notevolmente aumentata la percentuale di chi passa il tempo ai fornelli (53%), dall’altro anche la richiesta di food delivery ha registrato una importante impennata. In particolare, secondo l’osservatorio di Just Eat, il primo motivo per ordinare è regalarsi una coccola (59%), soprattutto per le donne (56%), ma anche una comoda alternativa all’andare a fare la spesa, limitando così il numero delle uscite (48%). Per chi è in smart working è pratico ordinare a pranzo o a cena non avendo tempo di cucinare (15%), soprattutto per gli uomini (56%), e per evitare le code ai supermercati e le attese per la spesa online (17%).

Interessante anche l’osservatorio settimanale di GfK sugli effetti del coronavirus su mercati, consumatori e media. Mentre dal punto di vista del tempo dedicato a comunicazione, social e streaming si nota un incremento comune a tutte le generazioni, emergono, chiaramente, differenze generazionali sulle categorie oggetto di attenzione e ricerca in rete.

Durante il lockdown, la Generazione Z sta dedicando più tempo al fitness, alla Gdo (incluso il fare la spesa) e a tutto quello che riguarda cibo e cucina; i Millennials trascorrono più tempo online dedicato alla cucina, topic seguito da Gdo e informazione quotidiana. Anche per la generazione X troviamo al primo posto la cucina, mentre al secondo gli strumenti digitali della pubblica amministrazione e al terzo la Gdo. I Baby Boomers, invece, spendono più tempo in rete sui canali Gdo, PA online e settore non profit (inclusi: donazioni, raccolte fondi e volontariato). 

Dopo settimane di chiusura totale e una Fase2 non ancora a pieno regime, per il settore dell’ospitalità e della ristorazione è dal digitale che arrivano opportunità concrete per resistere e per affrontare al meglio la ripartenza. La scorsa settimana è partita su Facebook e Instagram la campagna “Compra a km 0” #CompraKm0, a sostegno delle piccole e medie imprese, soprattutto ristoranti e bar del territorio. Gli utenti possono pubblicare una storia o un post, utilizzando l’adesivo su IG e l’hashtag su FB, per esprimere il proprio sostegno alle attività commerciali locali.

Per supportare i ristoratori, Facebook Inc ha anche lanciato su Instagram gli Ordini di cibo a domicilio. L’acquisto può essere effettuato direttamente dal social, tramite il pulsante “Ordina cibo” nei profili dei ristoranti o l’adesivo “Ordini di cibo”. Per i ristoratori si tratta di una vetrina molto importante e che non richiede ulteriori investimenti in questo periodo di estrema difficoltà.