Tra i consumi più dannosi per l’ambiente c’è quello del cibo non sostenibile: ogni anno vengono macellati oltre 150 miliardi di animali da allevamento che a loro volta necessitano di nutrimento. Dell’emergenza spreco di risorse e cambiamenti climatici sembrano esserne consapevoli i giovani, soprattutto gli under 26, come dimostrato dal successo mondiale dei Fridays for Future.
Per il settore dell’ospitalità è importante osservare tali fenomeni e adeguare la propria offerta ai trend alimentari che si stanno affermando nel mercato del food and beverage, in particolare dei target più giovani che rappresentano il target clienti più difficile da interpretare.
Cosa mangiano i seguaci di Greta Thunberg?
In Italia è stata di recente realizzata una survey “The Vegetarian Chance” per conoscere l’attitudine verso il vegetarianismo e il veganismo dei giovani di età tra i 16 e i 23 anni.
Il 14% di loro, un buon numero anche se ancora in netta minoranza, segue una dieta prevalentemente vegetariana (per il 6%), vegetariana (per il 3%), macrobiotica (per il 3%), vegana (per il 2%).
Indagando il livello di conoscenza del mondo vegetariano e vegano, è emerso che l’80% ha ben chiaro quali siano le differenze; anche se il 40% non ha consapevolezza di cosa comporti essere vegani anche in altri settori come l’abbigliamento.
Inoltre, se da una parte il 38% è ancora convinto che sia giusto “mangiare come si vuole seguendo i propri gusti”, un 36% è orientato a “limitarsi a mangiare un po’ meno carne”, mentre il 17% è proiettato a un futuro vegetariano o vegano (rispettivamente l’11% + il 6%). Sono numero davvero alti, considerando che secondo l’ultimo Rapporto 2019 di Eurispes, in Italia vegetariani e vegani si attestano sull’8%.
Sorprendente anche il grado di consapevolezza da parte dei giovani intervistati della correlazione tra emergenza climatica e consumi alimentari: per 17% molto chiara e per il 38% abbastanza, anche se non totalmente.
Il tema caldo di chi approccia la filosofia vegetariana o vegana è la coerenza nelle scelte quotidiane, sia quando consuma pasti fuori casa che quando fa la spesa per cucinare in casa. Alla domanda “Cos’è necessario fare per adottare una dieta vegetariana coerente” la maggioranza degli intervistati ha pensato che oltre alla scelta di “non mangiare più prodotti animali” (il 25%), si deve aggiungere l’acquisto di prodotti di stagione (il 24%), a km 0 (il 19%), bio (il 19%).
Quali priorità nelle scelte del cibo?
Innanzitutto la qualità, a cui seguono salubrità ed eticità. Sorprende che il fattore economico non sia stato citato come particolarmente condizionante nella scelta sulla quale influiscono invece il gusto e le abitudini alimentari familiari.
A proposito del gusto, contrariamente a quanto si possa immaginare, il cibo vegetale non risulta così “triste” o “noioso”. Ben il 61% degli intervistati considera questo cibo “più vario” e addirittura il 58% “più gustoso”.
Il quadro illustrato suggerisce al settore ho.re.ca. spunti interessanti per una maggiore attenzione del servizio alle diete vegetariane, vegane e non solo. Eticità della filiera del food, attenzione allo spreco alimentare, sostenibilità dei prodotti e dei consumi, sono tutti aspetti da monitorare e da declinare nella strategia di sviluppo del business e della comunicazione di hotel, bar, ristoranti.
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