Nuovi format

Lunedì 6 dicembre 2021

Cambiano  modelli  e  stili  di  vita,  cambiano  le  esigenze  che  da  questi  emergono, cambiano soprattutto i luoghi che li ospitano. Anche in una dimensione, quella del viaggio, che si ibrida sempre di    più con la vita quotidiana

di Antonia Zanardini, direttore Guest Magazine 

Sulla  spinta  del fenomeno  globale  della  pandemia, il mondo dell’ospitalità si sta evolvendo a un ritmo sempre più rapido. Nuovi trend e nuovi format di accoglienza si affacciano sul mercato e     le strutture  ricettive, già  in  forte  cambiamento, stanno  diventando  sempre  più camaleontiche: dai bed&breakfast ai serviced residences, spesso  realizzati    dalle stesse catene alberghiere, dalle guest house ai relais e alle dimore, dai borghi e hotel diffusi agli ostelli, ai condo hotel e alle student house. Di fronte a questo proliferare di nuovi modelli ricettivi,     quali hanno più possibilità di successo oggi? E quali saranno sempre più ricercati in futuro?


Per rispondere a queste domande Guest nel 2021 ha promosso una serie di incontri per conoscere e indagare i nuovi trend dell’ospitalità e comprendere quali  formule  saranno   maggiormente  in  grado  di intercettare  esigenze  di  viaggio  e  soggiorno in sempre più rapido cambiamento. Gli eventi, che hanno visto la partecipazione di importanti esperti e   professionisti dell’hospitality, della  progettazione  e  del  real  estate, hanno  indagato  alcuni tra i fenomeni  e  trendtrasversali  a  tutti  i  format, oggi  in  più  forte espansione.  È  il  caso,  ad esempio, dello Slow Stay, che oggi coinvolge location come i borghi storici e origina formule come gli alberghi diffusi;     o  ancora delle Staycation e delle Workation, due  tendenze  emergenti che  nascono  da altrettanti mutamenti economici e sociali, oggi    fortemente accelerati dalla pandemia, degli Smart Hotel,  rivolti  e  focalizzati  sulle  esigenze  di  una  clientela  differenziata per  età  ed  esigenze,  e     del fenomeno dello Short Rent, che oggi trova in formule come gli Aparthotel e i Condhotel un canale in grande sviluppo.

Su ognuna di queste quattro tematiche panel qualificati di esperti hanno fornito analisi ed espresso punti di vista focalizzati sia sul presente, sia soprattutto sul potenziale di sviluppo che potranno avere in un futuro che oggi si evolve a    ritmo incalzante. 

Slow Stay: fra autenticità e accessibilità 

La pandemia ha impresso un forte cambiamento al concept stesso di vacanza, sia in termini di target che di bisogni. E una delle tendenze emergenti da questo mutamento è lo Slow Stay, una dimensione  del  viaggio orientata  a  ritmi  e  dimensioni  più  umane,  e  che  vede non    a  caso protagonisti  i  mille borghi che costellano il nostro territorio, oggi meta di un turismo che mira alla loro riscoperta e al recupero di tradizioni e radici ambientali e culturali. Una voglia di esperienze più a misura d’uomo e una  grande  opportunità  di  rinascita  per molti territori, che  per  essere  colta  richiede una  grande attenzione alla   qualità dell’offerta in termini di accessibilità, vivibilità, connessionesensibilità ambientale.  In  questa  ottica,  la  riqualificazione architettonica  e paesaggistica di    questo  prezioso patrimonio si esprime sia in nuove formule come quella degli alberghi diffusi, sia in un ruolo sempre più importante attribuito alla tecnologia. Una tecnologia che è tuttavia chiamata ad essere efficiente e   al tempo stesso invisibile, a migliorare la qualità della vita e del soggiorno senza essere invasiva in modo da conservare intatta la bellezza e lo spirito dei luoghi. E poiché proprio lo spirito dei luoghi è protagonista    di  queste  esperienze  di  soggiorno  è  importante  che  le  strutture dell’ospitalità mantengano,  soprattutto  negli  spazi  comuni,  una  stretta  e  costante  relazione con  il  contesto ambientale,   offrendo agli ospiti un dialogo e un’intima connessione con la natura. Che la formula funzioni e sia premiata dal pubblico lo dicono i numeri riportati dagli esperti, che non solo registrano una  forte  crescita  di  questa  particolare proposta ma vedono un’importante presenza anche della clientela straniera. La sfida dei prossimi anni sarà proseguire in questo processo di rigenerazione del territorio rispettandone l’autenticità, le tradizioni costruttive   e lo spirito migliorandone al tempo stesso l’accessibilità.

Workation e Staycation: l’ufficio va in vacanza

La pandemia si è accompagnata ad altri fenomeni in corso da tempo, da un lato accelerando alcune trasformazioni, dall’altro originandone di nuove. Se le cosiddette staycation,  ovvero  le vacanze  a casa   o nelle immediate vicinanze, nascono già con la crisi economica del 2008, le workation, ibrido fra vacanza e lavoro, rappresentano una “mutazione genetica” di entrambe queste dimensioni,   che promette di essere un fenomeno non incidentale ma destinato a durare nel tempo. Da un lato le prime, con la loro riscoperta di luoghi familiari ma al tempo stesso sconosciuti stanno già generando pacchetti vacanze ad hoc focalizzati su quella che potremmo chiamare esplorazione di prossimità; dall’altro la  workation rappresenta  un  salto  di  qualità  per certi  versi  rivoluzionario,    che vede  uno spostamento stabile e di lungo periodo dei luoghi di lavoro da cui origina la necessità di offerte di soggiorno di medio/lungo  da  parte  delle strutture destinate all’ospitalità. Che in questa ottica dovranno    dotarsi  non  solo  di  tutto quanto  è necessario  a  un  soggiorno  di  qualità,  ma  anche dei servizi digitali oggi naturalmente connessi  alla  dimensione  professionale. Strategici  in  questa dinamica   diventano   due   fenomeni:   il   destination   marketing,   uno   strumento   di   promozione finalizzato  a  migliorare   l’attrattività delle destinazioni, da quelle più prestigiose a quelle tutte da scoprire, e l’evoluzione dei cardini stessi della progettazione di questi nuovi ambienti ibridi, che dovranno  offrire le  stesse  atmosfere  della  dimensione  abitativa  integrandole    con  i servizi  propri dell’hospitality e diventare più flessibili per ospitare una molteplicità di funzioni. Anche in questo caso la tecnologia è destinata ad avere un ruolo di primo piano in tutte le dimensioni   dell’esperienza di soggiorno, dall’accoglienza  al  lavoro  e  alla  socialità,  così  come le  formule  commerciali,  che  già oggi vedono affacciarsi esperienze inedite come ad esempio, in location particolarmente legate al territorio,   l’offerta di pacchetti soggiorno gratuiti compensati dall’acquistdi prodotti locali. 

L’hotel: smart, per giovani e senior 

La profilazione dei target è sempre stata uno strumento prezioso nell’ambito dell’ospitalità, ma oggi si arricchisce di nuove dimensioni e format, che seguono l’età e i bisogni generazionali degli ospiti. E per tenerne    il passo le strutture devono diventare sempre più smart, flessibili, multifunzionali. Ai due estremi della scala anagrafica troviamo da un lato gli Student Hotel, modello di ospitalità ibrida per  eccellenza  che  coniuga  studio,  vita  quotidiana,  modelli  di socialità  e  di  costume  rivolti  a  una clientela    immersa nel flusso di una contemporaneità in rapido mutamento, dall’altra il Senior Living, una dimensione dell’abitare sensibile ai bisogni della popolazione  più  anziana  cui  risponde  con servizi e spazi    abitativi di altissima qualità funzionale ma anche estetica. Prodotti nuovi, quindi, dalla natura assimilabile a quella del long stay più che alla dimensione del tradizionale soggiorno turistico, la cui  progettazione     cresce dalla  scala  della  singola  struttura  a  quella  del  tessuto  urbano  di inserimento, in una cucitura fra dimensione privata e pubblica vista come componente essenziale della    qualità della vita. Se questo concetto è per certi versi naturale per un profilo di ospite giovane e proiettato soprattutto verso una socialità che coinvolge molteplici dimensioni, per gli ospiti senior questi   nuovi  modelli implicano anche un salto di qualità culturale per certi versi rivoluzionario, il cui cardine risiede in un concetto di abitare che muta con il mutare dell’età e perciò si slega dalla tradizionale casa di proprietà e dalla costanza di funzioni cui questa deve assolvere. Al mutare delle esigenze    mutano i luoghi e i servizi a loro più idonei, e le risposte a tali variabilità risiedono sia nella scelta di location facilmente accessibili, sia in un carico tecnologico che permetta di dosare qualità, natura e modi dell’abitare al mutare del ruolo sociale e dell’età.

Short Rent: dagli Aparthotel ai Condhotel

I cambiamenti di stili di vita, modelli di socialità ed esperienze  sono per loro natura strettamente connessi ai modi del viaggio e dell’ospitalità. E i cambiamenti dei primi si riflettono con grande rapidità sui    secondi. Da queste dinamiche deriva un fenomeno oggi in forte espansione, lo sfumare del confine fra dimensione puramente residenziale e dimensione dell’ospitalità. Da un lato, quindi, l’abitazione incorpora sempre più funzioni e servizi tradizionalmente legati all’hotellerie, dall’altro quest’ultima  si  arricchisce  di  richiami agli     spazi residenziali.  Generando formule  ibride  come  gli Aparthotel i Condhotel, residenze concepite per soggiorni di medio/lungo periodo ma allo stesso tempo    in grado di offrire un’alternativa al tradizionale hotel anche per periodi di breve durata per chi  desideri  anche  in  viaggio  ritrovare  la  familiare atmosfera  domestica  quotidiana.     Evidente  è l’impatto sulla dimensione progettuale di queste particolari location, in cui il design delle due sfere tende  a  sovrapporsi in  maniera  discreta  ma chiaramente  percepibile.  Da  un  lato  spazi  come  le reception    tendono a smaterializzarsi, dall’altro gli ambienti privati assumo un’identità formale e distributiva  simile  a  quella  abitativa, pur  integrando  entrambi  servizi pensati  per rendere  il soggiorno piacevole, confortevole ed emotivamente gratificante. Nella diffusione di queste formule ibride gioca in misura importante un fattore, il bisogno di socialità e relazione, che per diversi motivi può     essere  soddisfatto  in maniera  più  efficace  da  formule  che  si  collocano  a  metà  strada  fra  la dimensione dell’hotel e quella casalinga,   fatte  di spazi accoglienti e curati, privati ma al tempo stesso capaci di porsi in relazione con lo spazio esterno, sia esso quello delle relazioni individuali che quello della scala urbana in cui le strutture si inseriscono.