Le aziende olivicole e i frantoi entrano in una nuova era creando esperienze per gli ospiti sulla rotta di gastronomia e vino. Il tutto all’insegna della valorizzazione dell’ambiente, del saper fare e del made in Italy.
HoReCa e turismo si intrecciano sempre di più con i prodotti del territorio. Non solo vino, artigianato e gastronomia, crescono forme di ospitalità e ristorazione legate all'olio e alla cultura dell’oliveto.
Olio ingrediente dell’ospitalità
In Italia, l'olivo, al pari della vite, è protagonista della geografia del paesaggio prima ancora di esserlo a tavola, nella dieta mediterranea. Ad inizio 2022 è stato finalmente varato il decreto attuativo che regolamenta l'oleoturismo che di fatto lo equipara all'enoturismo, permettendo alle aziende olivicole e non solo di implementare un'accoglienza turistica con attività formative e informative tanto negli oliveti, quanto nei frantoi o nelle aziende stesse. Quali attività? Dal pic-nic all’esperienza di raccolta e spremitura, degustazioni ma anche glamping e wellness dove il prodotto diventa la base di trattamenti per il benessere. Tante idee che il turismo del vino sta già sperimentando, ne abbiamo parlato qui.
Tra chi ha fortemente voluto una regolamentazione per l’oleoturismo c’è il Consorzio Turismo dell'olio Evo Dop, Igp e Bio che aggrega imprese principalmente del mondo oleario che, oltre a produrre extravergine, si rivolgono al mondo del turismo offrendo formule di accoglienza qualificata in azienda: esperienze, in cui il viaggiatore può ritrovare e riconoscere l'identità dei luoghi e la qualità dell'olio, divertendosi e conservandone un ricordo prezioso. Il Consorzio è tra i protagonisti della 47esima edizione di Hospitality e collabora attivamente con la Fiera per l’ampliamento dell’area Winescape – dedicata al turismo del vino - con aziende olivicole, trend e idee legate all’offerta turistica dell’olio. Abbiamo chiesto a Mariagrazia Bertaroli, presidente del Consorzio, di raccontarci la sua esperienza e le prospettive di questo mercato.
Oleoturismo, che rapporto c’è con l’ospitalità?
«Il turismo dell'olio offre nuove possibilità per far crescere i territori e il business a vari livelli, perché questo eccezionale prodotto trova applicazione dal wellness al turismo naturalista, dal mangiar bene fino al turismo culturale. E negli incontri nella Winescape Arena di Hospitality [a breve online il programma] daremo un’overview, con esempi e case history, delle potenzialità del prodotto e sulle opportunità che nascono nei luoghi di produzione.»
Cosa cerca il turista e in cosa si caratterizza il turismo dell’olio?
«I turisti, in particolare stranieri, prediligono l'aspetto paesaggistico, l'immersione in scenari peculiari e quindi emozionanti. Anche il turismo lento proveniente dall’Italia è attento al contesto naturale che quindi privilegia il produttore medio-piccolo, aprendo a diverse possibilità di salvaguardia della biodiversità agricola per la tutela delle varietà minori. Un altro tipo di turismo che l'olio riesce ad intercettare è quello di chi si muove per pochi giorni e ha voglia di un contatto autentico con il luogo in cui arriva, anche attraverso attività “as a local”, che permettano di sentirsi parte di un contesto riconosciuto come tipico e restituiscano la sensazione di essere davvero arrivati al cuore del viaggio.»
Sia i turisti che il settore Ho.Re.Ca. sono sempre più attenti alle tematiche ESG, come si sta muovendo l’oleoturismo?
«La sostenibilità ambientale è strettamente legata all'oliveto, tanto che secondo recenti studi un oliveto non intensivo è in grado di incamerare più CO2 di quanta ne produce. Guardando alla sostenibilità sociale, una moderna azienda agricola che produce olio può ottimizzare le sue attività in ambito turistico sia verso i dipendenti che nel dialogo con i territori. Il Consorzio si impegna anche in questo senso nel supportare le Aziende per fare rete con il proprio contesto geografico.»
Stiamo entrando in una nuova era per l’ospitalità, cosa dobbiamo aspettarci?
«Il settore dell'olio e dell’oleoturismo ha bisogno di ampie vedute e innovatori, sperimentatori che sappiano coinvolgere ed emozionare. Il mio consiglio dunque è di considerare l'ospitalità in azienda come un altro lavoro per il quale è necessario specializzarsi: prima di tutto imparare e poi mettersi in gioco. A chi si occupa già di ospitalità e vuole creare connessioni con il mondo dell'olio mi sento di dire di affidarsi a professionisti che conoscono bene tutte le possibilità di questo splendido prodotto e non a degli imitatori.»
Il Consorzio è tra i protagonisti della 47esima edizione di Hospitality, dal 6 al 9 febbraio 2023 a Riva del Garda, e collabora attivamente con la Fiera per l’ampliamento dell’area Winescape – dedicata al turismo del vino – con aziende olivicole, trend e idee legate all’offerta turistica dell’olio.
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