La felicità che muove l’Ho.Re.Ca. (e tanti altri settori)

La felicità che muove l’Ho.Re.Ca. (e tanti altri settori)
Ovvero come cercare e assumere personale nel mondo moderno.


Nel settore dell’ospitalità la prima regola è: se chi lavora è felice, allora anche il risultato del lavoro renderà felice chi ne usufruirà. Che sia hotel, bar o ristorante, se l’organizzazione non funziona o ha delle dissonanze, inevitabilmente ne risentirà anche l’ospite. 

Chi lavora nel settore Ho.Re.Ca., anche a non diretto contatto con il pubblico, ha un impatto fortissimo sull’ospite oltre che sulle persone con cui collabora. Quindi: come assumere e trattenere le professionalità giuste (e felici) nella “The People Industry” per eccellenza?


Le persone giuste al giusto posto

Chi lavora nell’ospitalità non si interfaccia solo con i colleghi ma anche con il pubblico, un pubblico particolare che ha scelto quella meta per diversi motivi, ed in base a questi ha diverse necessità. Il più classico? Rilassarsi. 


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Individuare le persone giuste per un determinato lavoro non è facile. C’è innanzitutto bisogno di professionalità e poi di capacità nel fare selezione, a partire dall’annuncio di lavoro. Un annuncio, magari scritto male e pubblicato sui canali più classici, non funziona più. Oggi esistono canali potentissimi che bisogna imparare a sfruttare ed è importante  affidarsi a chi lo sa fare attraverso un linguaggio e le informazioni più corrette per attrarre determinati tipi di persone e futuri collaboratori. 

“Hotel e ristoranti non sono aziende standard che fanno tutte la stessa cosa, sono imprese particolari costruite e fondate sulle persone e per questo ognuna ha dinamiche completamente diverse - spiega Antonio Miano, consulente e formatore Teamwork, esperto in risorse umane. - Quindi oltre ad essere bravo nel selezionare la persona, devo anche sapere come agevolare il suo inserimento per fare in modo che possa lavorare bene e non si rompano gli equilibri interni”.


Hotellerie e ristorazione: come gestire il colloquio?

Altro punto cruciale nel processo di selezione è la fase di colloquio. Secondo una vecchia mentalità, chi guida il colloquio è colui che può essere definito il compratore, che nel nostro caso è l’imprenditore o il gestore di un determinato locale o struttura ricettiva. Invece oggi il ruolo si è spostato da compratore a venditore. In uno scenario in cui la domanda (di hotel, ristoranti, bar…) è tanta ma l’offerta (di persone e professionalità) poca, è la domanda che deve essere attrattiva e battere la concorrenza. Questo porta chi assume a dover convincere chi ha di fronte che nella sua azienda si lavora bene e che ha tutte le caratteristiche per essere il posto giusto. 

“È quindi l’approccio stesso al colloquio ad essere completamente diverso rispetto al passato - sottolinea Miano. - Inoltre, dopo aver individuato la persona giusta, devo avere gli strumenti per trattenerla. Sebbene in ambito Ho.Re.Ca. il turnover può essere alto e legato anche alla stagionalità, in molti casi e soprattutto per alcuni ruoli saper motivare, trattenere e far crescere il personale deve essere tra le priorità”. 

Sono principalmente tre i fattori che determinano un rapporto duraturo: riconoscimento, coinvolgimento e engagement. Dipendenti e collaboratori si devono riconoscere nei valori che il proprio lavoro rappresenta e l’impresa deve potersi fidare che essi li rappresentino al meglio, devono sentirsi parte di quella realtà ed essere motivati. Qui entrano in gioco sistemi premianti legati al performance management, di cui si comincia a fare un sempre più largo uso, che consente sia il riconoscimento che i feedback motivazionali che possono contribuire anche a percorsi di crescita interna. 


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Il valore del feedback

Dal riconoscimento discende la motivazione e il coinvolgimento. Ma come dare le giuste indicazioni alle persone che lavorano con noi? E dall’altra parte, come aprire un canale di comunicazione utile a raccogliere i loro input? Queste sono quattro preziose indicazioni di Antonio Miano che possono essere subito messe in pratica:

  • usa le parole e le espressioni giuste che facciano capire quale può essere un problema ma dando indicazioni su come risolverlo e restando aperti a potenziali soluzioni; 
  • affronta il tema pensando a quanto è successo e non alla persona coinvolta, spostando così il soggetto si evita una potenziale reazione negativa;
  • ricorda di trasmettere i feedback positivi. Avere un riconoscimento per il lavoro svolto è uno dei tasselli più importanti nel mantenere la motivazione e valorizzare le persone; 
  • utilizza un sistema premiante che si basi su un criterio chiaro e condiviso di performance management per creare un circolo virtuoso tra valorizzazione del talento, creazione di fiducia, fidelizzazione e quindi engagement verso l’azienda.